Rocco Siffredi si converte e decide di condurre una vita pia e devota. Decide pertanto di trasferirsi, in pieno anonimato, in un paesino dell’hinterland sassarese. Ma un giorno, dopo la Santa Messa chiede al sacerdote di essere confessato.

“Dimmi figliuolo… come va la tua nuova vita?” “Bene, Padre… finalmente ho dato un taglio alla mia vita smodata e dissoluta… però… sono pentito… ho avuto un momento di ricaduta”. “Va bene, figliuolo… è comprensibile… dimmi… ti ascolto”. 

“L’altra sera a casa sono passate due signore Testimoni di Geova”; “E cosa volevano da te?” “Mah… niente… stavamo parlando della Bibbia… ma ad un certo punto è mancata la luce!” “E quindi?” “Beh… sa… al buio… due donne… da soli… le ho scopate entrambe senza pensarci due volte”. “Accidenti!… e va bene… possiamo capire… tutto qui?” “Beh… no. Subito dopo, andate vie le due Signore, sento suonare alla porta ed era il corriere di Amazon”. “E quindi?” “Beh… mi ha consegnato il pacco e stava per andar via, quando ad un certo punto è mancata la luce” “… Va bene, e quindi?” “Quindi… era un giovanotto un po’ effeminato che mi ha riconosciuto… l’ho subito sodomizzato con violenza e ripetutamente”. “Cavolo figliuolo… cerca di controllarti però… e che diamine!” “Si, padre… ha ragione”. “Tutto qui?” “No… subito dopo sono andato al baretto a farmi un drink… stavo scambiando quattro chiacchere amichevoli con la cameriera… quando ad un certo punto è mancata la luce!” “!!! ancora? Quindi c’è passata anche lei?” “Eh si… prima lei e poi il cassiere che si è avvicinato per capire cosa fosse quel trambusto… Ma non finisce qui… poi sono andato in banca e…” 

In quel momento in chiesa manca la luce e il buio è spezzato dalla sola flebile luce delle candele… ma il tutto dura una manciata di secondi. “Padre! Padre dove siete? Siete andato via? Mi dovete dare l’assoluzione!”. 

Rocco Siffredi alza la testa e vede il Parroco, molto in alto, appeso al lampadario della navata centrale della chiesa che esclama:

“Già ti la do s’assoluzione, ibbarradu chi t’agattene! Però a mie no mi coddasa!”